DISTRETTO DI ECONOMIA SOLIDALE RURALE - Parco Agricolo Sud Milano
Un percorso verso la CSA
la formula di impegno di acquisto AMAP (Associazioni per il Mantenimento dell’Agricoltura Paesana) consiste nella stipula di un accordo tra produttore e consumatore riguardante l’impegno di questi ultimi ad acquistare secondo i loro bisogni, pagando anticipatamente, e consentendo ai produttori di avere la certezza di un introito necessario alla loro attività.
Il punto di arrivo, invece, senza darsi un orizzonte temporale definito, è la CSA (Comunità a Supporto dell’Agricoltura). In questo caso produttori e consumatori si fondono in un’unità associativa, assumendo la forma di cooperativa o di associazione produttiva, per realizzare una vera e propria comunità di produzione e consumo.
In entrambe i casi, le decisioni relative alle produzioni ed agli investimenti sono prese collegialmente attraverso l’assemblea dei soci che diventa l’organo di conduzione dell’impresa.
Dall’esperienza della CSA I Fontanini…
A Baggio c’è già stata una esperienza di CSA che per motivi di carattere tecnico (lontananza geografica del campo di Lodi dai soci, sottovalutazione del lavoro in campo, mancanza di obiettivi chiari condivisi, ecc.) non è andata a buon fine; ecco perché oggi si è pensato di iniziare con una formula propedeutica all’impegno nella CSA.
Uno dei nodi più delicati da affrontare, nel passato come nel presente, è stato quello di passare dal ruolo di consumatori passivi a quello di coproduttori agricoli, con tutto ciò che comporta: investimenti economici, tempo, condivisione, creazione di una comunità, in certi casi forzata, ecc.
Sicuramente, l’esperienza della CSA “I Fontanini” ha permesso ai promotori della AMAP attuale di ragionare in termini di economia “scalare”, ovvero di arrivare per gradi alla costituzione di un progetto “forte” che cambia il paradigma di relazione tra le persone e per il soddisfacimento dei bisogni primari.>
Fondamenti di AMAP “Terra Madre”
Il progetto attuale si appoggia ad una cooperativa già esistente, Terra Madre, di emanazione Caritas, che produce ortaggi e luppoli per la produzione di birra artigianale. E’ composta da un gruppo già formato di lavoratori che provengono essenzialmente dal bacino degli utenti dei servizi “SPRAR” rivolti ai minori stranieri non accompagnati e da una specialista agronoma che si occupa della produzione.
Il terreno di un ettaro e mezzo si trova a Rozzano presso la Cascina S.Alberto a circa venti minuti di auto dal quartiere di Baggio. E’ un appezzamento di terreno già coltivato senza aggiunta di additivi chimici, anche se non certificato biologico, e piantumato nel perimetro con alberi da frutto. La proprietà è del gruppo Cabassi ed è custodita da un fattore assunto dalla proprietà.
Valore aggiunto
Dal sito tuttogreen.it: “Gli agricoltori e i consumatori stringono un patto fondato sulla qualità, sul rispetto dell’ambiente e sul giusto prezzo, costituendo delle associazioni dove i primi si impegnano a consegnare ogni settimana una cassetta di vari prodotti freschi, prevalentemente biologici, mentre i secondi pagano anticipatamente e provvedono alla distribuzione. Un rapporto diretto e basato sulla fiducia, dove scompaiono tutti quegli intermediari che concorrono a formare un prezzo più alto.
Nelle AMAP, infatti, i produttori e i consumatori concordano i prodotti da coltivare, i costi e le modalità di distribuzione. Gli agricoltori possono così contare sulla sicurezza delle entrate tramite i pagamenti anticipati, dedicandosi ad una produzione di qualità e senza ricorrere ai fertilizzanti chimici, ai pesticidi e agli OGM.”
L’esperienza AMAP permette ai proponenti ed ai futuri fruitori di consolidare la consapevolezza di ciò che si mangia ed a come si produce. La corsa folle al risparmio o al costo dettato dalla presunta qualità presuppone l’affidamento totale alle logiche di mercato, sia esso di prossimità oppure legato alla Grande Distribuzione Organizzata. Il progetto AMAP tenta di scardinare queste logiche cambiando il paradigma di consumo e permettendo ai soci di riappropriarsi delle dinamiche di produzione stabilendo ritmi di lavoro, diritti, condizioni e garantendo stagionalità, sostenibilità e salubrità ai prodotti.
Si sperimenta, attraverso la produzione orticola comunitaria, un nuova modalità di coltivazione dove il produttore ed il consumatore si incontrano per decidere insieme cosa e come coltivare, abbattendo la barriera tra produzione e consumo, lasciando alla stagionalità, e quindi alla natura, il compito della scelta.
Le modalità di coltivazione sono da intendersi “partecipative” nel senso che al netto delle varietà stagionali ed ai bisogni dei soci e della comunità che ne usufruisce, è prassi consolidata decidere insieme cosa coltivare. La vicinanza del luogo consente, opzionalmente, ad ogni componente della comunità di recarsi sul posto a ritirare la verdura ed eventualmente anche a prestare la propria opera volontaria nella raccolta degli ortaggi.
La produzione condivisa contribuisce a modificare la propensione al consumo dei beni primari seguendo una condotta che tiene conto delle dinamiche instaurate nel progetto stesso: l’acquisto di prodotti di largo consumo, in sé non demonizzato, viene elaborato in un’ottica di attenzione al problema del cambio climatico (global change). Ciò vuol dire che l’alveo del progetto si espande aumentando la percezione del “che fare” rispetto ai comportamenti quotidiani del consumatore.
Infondere consapevolezza rispetto alla nostra condizione umana: ovvero la convinzione che non siamo agenti autonomi di un sistema sempre più in difficoltà. Ciò consente alla comunità partecipante di condividere i valori e le pratiche del consumo attento alle trasformazioni ecologiche in atto in senso non autodistruttivo. La positività delle condotte singole relative al consumo tiene conto della complessità del contesto in cui ciascuno opera con l’obiettivo di modificare le pratiche consolidate nel tempo che possono corrompere l’ambiente che ci circonda.
Il progetto AMAP ha l’obiettivo di rimettere al centro degli interessi di relazione la produzione primaria. Questo permette ai territori di concentrarsi sul fabbisogno alimentare come punto di ripartenza per sostanziare il concetto di comunità; ogni comunità ha la necessità di costituire una identità collettiva attraverso un elemento unificante che può essere rappresentato dal recupero della pratica del lavoro della terra. Si creano occasioni di dialogo e l’orto diventa punto di aggregazione e di apertura alla società: una piazza sociale che mette il cibo di qualità a disposizione di tutti coloro che vogliono partecipare al progetto e che presenta ampi margini di espansione. Dar da mangiare alla comunità solidifica il senso di appartenenza nel rispetto delle specifiche differenze e consolida i rapporti che vengono mediati dalla concretezza del “fare”. Condividere il cibo evoca una sincera attitudine all’inclusione.
Solidarietà
Il progetto si propone anche di alimentare il progetto della cosiddetta “cassetta sospesa”, ovvero il contributo che settimanalmente già oggi viene erogato attraverso il mercatino di Francesca alla cascina Linterno. Una quota di produzione potrà, secondo le decisioni dell’assemblea, essere dedicata alla distribuzione solidale di ortaggi biologici e di sicura provenienza, differenziandosi ma non contrapponendosi rispetto a quanto avviene oggi con il “Banco alimentare” organizzato con i prodotti della GDO.
Tecnicamente…
Entro il venerdì di ogni settimana il gruppo che si occupa dell’organizzazione logistica spedirà digitalmente un file excel contenente l’elenco dei prodotti disponibili ed il prezzo al chilogrammo.
Al martedì, presso la sede del DESR (Distretto di Economia Solidale Rurale) di piazza della Cooperazione 1 Milano si ritireranno i prodotti prenotati. Per altre destinazioni si prenderanno accordi specifici.
Ciò che ti chiediamo…
Il presente documento è introduttivo rispetto ad un accordo che ti chiediamo di sottoscrivere negli intenti ma che non ti obbliga all’acquisto: ciascuno può associarsi con una quota minima di 20 euro per le spese di amministrazione più 5 euro per l’iscrizione al DESR che gli permette di accedere al paniere di prodotti proposti settimanalmente, previo assolvimento della quota periodica che, comunque, può essere sospesa. Il patto di adesione all’AMAP che prevede l’impegno al pre-acquisto per tutto il 2020 (8 mesi interi o a metà a seconda della cassetta settimanale o quindicinale) corrispondente a 32 o 16 cassette da 10 euro, più la quota di adesione suddetta.
L’IBAN per i versamenti è DESR: IT79C0359901899050188548592
I soci in prova verseranno, dopo le consegne, 10 euro a cassetta più eventuale trasporto.